PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Lc 20,27-38
“La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie?”. La domanda dei sadducei è preceduta dal breve racconto di una donna che, in ossequio alla Legge di Mosè, ha sposato sette fratelli. Se tutti l’hanno avuto in moglie e nessuno ha dato figli, questa donna non può vantare nessun legame privilegiato. Agli occhi dei sadducei, questa storia mostra in modo incontrovertibile che la credenza nella resurrezione non ha alcun ragionevole fondamento. Ed è proprio questo il loro errore: pensare l’altra vita con le stesse categorie che regolano questa vita, come se non ci fosse nessuna reale differenza. La vicenda che usano come esempio non ha alcun valore. Gesù invece annuncia che c’è una sostanziale diversità tra la storia che oggi viviamo e il tempo in cui saremo immersi nella luce di Dio. La realtà futura è dono gratuito di Dio, non può essere neppure immaginata, esula totalmente dall’esperienza terrena, non abbiamo categorie per poterla comprendere. Anche se unica è la storia, si tratta di due fasi radicalmente diverse, due momenti di un’unica parabola che ha in Dio la sua origine e la sua meta. Gesù approfitta della domanda per aprire uno squarcio su quel mondo futuro nascosto al nostro sguardo: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito”. Rispondendo ai sadducei, Gesù dice chiaramente che il matrimonio appartiene a questa vita, non a quella futura. Il matrimonio finisce ma l’amore continua. L’amore che ha unito gli sposi non si dissolve, anzi resta per sempre. Questa parola non sminuisce il valore delle nozze né impedisce agli sposi di pensare che l’amore che nutre i giorni terreni sarà ritrovato, purificato da ogni scoria umana, nell’eternità di Dio. Gli sposi che vivono nell’amore possono dunque gustare fin d’ora, nonostante la fragilità che veste la vita terrena, quella pienezza che Dio ha promesso. Oggi chiediamo la grazia di coltivare la coscienza che questa vita è un pellegrinaggio che trova il suo sigillo nell’abbraccio di Dio.Buona domenica.
don piero
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