PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 8,5-11
“Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente”. Nelle parole del centurione possiamo intravedere tutta la partecipazione emotiva di un uomo più abituato a usare le armi che le parole, un uomo all’apparenza duro e severo con se stesso e con gli altri. In questo caso, invece, si presenta nella veste di un uomo che soffre perché non può far nulla per guarire un suo servo gravemente ammalato. Si tratta di un centurione, comandante di una guarnigione militare, eppure si presenta come un umile cittadino, uno come gli altri. Non si reca da Gesù con l’arroganza dei potenti ma con l’umiltà dei poveri. Lo chiama “Signore” . In apparenza non chiede nulla, si limita a raccontare il suo dolore, non solo il dolore del servo, ma la sua personale sofferenza. È così umile da non chiedere. E quando Gesù accoglie con tempestività la sua richiesta e si dice pronto a fargli visita per restituire la salute al servo, il soldato dichiara che non ce n’è bisogno: la sua casa non è degna di accogliere un profeta come Lui, a lui basta una parola, una sola parola è sufficiente per ridare vita: “di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”. L’umiltà è la premessa della fede. La coscienza di non poter far nulla s’intreccia con la fede in Colui che può tutto. È un uomo che non conosce il Dio d’Israele eppure ha scoperto la chiave che apre la porta della vita perché riconosce in Gesù colui che può vestire di gioia i giorni terreni. Il centurione è l’immagine di un’umanità che, avendo consapevolezza dei propri limiti, alza gli occhi al Cielo. Noi sappiamo di non avere risorse sufficienti per affrontare e vincere il male che da ogni parte ci assedia. Sappiamo che solo la grazia del perdono può liberarci dal male che ha preso dimora in noi. Con la stessa umile fede di questo soldato oggi chiediamo di accogliere Gesù nella nostra casa. Sappiamo che non è dignitosa, non come sarebbe necessario per il Figlio di Dio, ma sappiamo anche che sarà Lui, con la sua presenza, a rivestirla di luce. Vieni, Signore Gesù.
Buona giornata.
don piero