PER RIFLETTERE SUL VANGELO Lc 5,17-26 Il tempo di Avvento disegna una storia c…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Lc 5,17-26

Il tempo di Avvento disegna una storia c...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Lc 5,17-26

Il tempo di Avvento disegna una storia che, attraverso sentieri tortuosi, cammina verso la pienezza. Ma tutto inizia nel cuore dell’uomo. “Ti sono perdonati i tuoi peccati”: questa parola, posta quasi all’inizio del ministero pubblico, svela il significato della missione di Gesù. Questo gesto è inatteso e incompreso dai presenti: quelli che portano il paralitico e l’ammalato sono delusi perché attendono la guarigione del corpo; i farisei presenti alla scena sono scandalizzati, gridano alla bestemmia perché nessun uomo può attribuirsi il potere di dare il perdono! Questa parola invece ci conduce all’essenziale perché annuncia la misericordia di Dio che offre ad ogni uomo la possibilità di spezzare le catene del male. La rivoluzione che lui porta non passa per avvenimenti clamorosi, registrati dalla storia, non si nutre di spettacolarità che seducono e attirano. Ma passa per quel santuario intimo, il più nascosto, che è il cuore dell’uomo. Passaggio obbligato per chi vuole costruire un mondo nuovo, per chi vuole porre le basi per un cambiamento reale e permanente, per chi desidera costruire una storia non solo a partire dall’uomo ma con l’uomo. “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”: l’evangelista lascia alla folla il commento conclusivo. Sono queste le parole che anche noi dobbiamo ripetere. Il perdono di Dio è come uno squarcio di luce, una parola che penetra nelle pieghe di una storia segnata e dominata dal male ed accende la speranza. Il perdono è la vittoria della carità, il male è vinto non con la forza ma con la dolcezza. È questa la parola più bella del Vangelo, l’assoluta novità di Dio. Il perdono è seme di futuro, il passato è vinto, stravolto. Come se la creazione ricominciasse daccapo il suo cammino. Oggi chiediamo la grazia di ricorrere più spesso al sacramento della confessione per essere sempre nuovamente generati come figli.
Buona giornata.
don piero




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