PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 21,28-32
La parabola del Vangelo odierno è rivolta “ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo”, cioè a coloro che ritengono di aver già risposto alla chiamata di Dio e non dubitano affatto di stare dalla parte di Dio. Nelle parole di Gesù vi è un evidente intento polemico, come appare nel commento conclusivo: “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. Gesù insegna che l’iniziale disponibilità non ci mette al sicuro da errori, è necessario vigilare sempre per evitare che il pur sincero eccomi venga poi inquinato da altri interessi egoistici (interessi sempre mascherati da buone intenzioni) fino a diventare una sostanziale chiusura. “Un uomo aveva due figli”: la provocazione è presente fin dalle prima battute, nella mentalità di un israelita, infatti, vi era un solo figlio ed era il popolo d’Israele, il Figlio prediletto. “Quando Israele era giovinetto,io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio”, dice il profeta Osea. Il testo evangelico continua: “Si rivolse (si avvicinò) al primo”. Il padre, icona di Dio, non comanda con autorità, rimanendo distante; al contrario, è un Dio che ama e perciò vuole entrare in relazione. L’autorità non si esercita restando in alto ma abbassandosi. Chissà quante volte Dio si è avvicinato ed ha parlato al nostro cuore. E noi … eravamo distratti, preoccupati da altre cose. Il Natale è l’annuncio di un Dio che si è fatto così vicino da diventare uno di noi. Un Dio che sembra nascondersi nella storia. Apriamo gli occhi. Contemplando Gesù, il “Figlio prediletto” oggi chiediamo la grazia di riconoscerci figli eternamente amati e, invocando lo Spirito, ci impegniamo a vivere come veri figli, sempre pronti ad accogliere con gioia la parola del Padre sapendo che nella sua volontà sta la nostra pace.
Buona giornata.
don piero