PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Lc 2,22-40
“Portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore . Il racconto della presentazione al Tempio mette in gioco diversi personaggi, in primo luogo Maria e Giuseppe e poi Simeone e Anna, ma al centro c’è sempre Gesù. L’evangelista Luca vuole rivelare l’identità e la missione del Figlio di Dio. Gesù viene portato al Tempio per essere offerto al Signore. Maria e Giuseppe sono solo mediatori e collaboratori dell’opera divina, è Gesù stesso che si offre. Gli occhi della carne vedono solo un bambino ma la fede ci consente di riconoscere nel neonato l’eterno Figlio che veste la condizione umana in obbedienza al Padre, come sottolinea la Lettera agli Ebrei: “Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà”. In queste parole possiamo individuare il cuore dell’esperienza di fede: tutto si riassume nell’offerta di se stessi, un’offerta che ogni giorno si rinnova e ci rinnova. La vita non ci appartiene. Ci consegniamo a Dio perché Lui possa compiere, in noi e attraverso di noi, la sua volontà nel modo che Egli ritiene più utile. Mi pare che sia questa la coscienza che motiva e anima la vita consacrata che oggi celebriamo.
La pagina lucana offre un altro motivo di riflessione. Il libro di Malachia annuncia così la venuta del Signore: “Subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate …… Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare…”. Il profeta parla di un Dio che viene con tutta la sua potenza. Il Vangelo invece presenta Dio nelle vesti di un bambino condotto da altri: efficace immagine della piccolezza di Dio. È questo il suo biglietto da visita. Colui che viene per guidare la storia, si presenta come un bambino che viene portato in braccio. “Non posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo… io l’amo! Egli infatti non è che amore e misericordia!”, scrive Teresa di Lisieux nella sua ultima lettera. Sia questa la fede dei consacrati per i quali oggi eleviamo una speciale preghiera.