PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mc 7,24-30
“Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. La parola che Gesù rivolge alla donna non ha nulla di caritatevole, anzi il rifiuto è condito con parole poco rispettose. Davanti a sé ha una mamma che lotta a mani nude per liberare la figlia da un male oscuro che consuma la sua giovane vita. L’angoscia di questa donna non scalfisce la coscienza del Maestro, in apparenza lo lascia del tutto indifferente. Non possiamo leggere questo dettaglio con superficialità, pensando al finale della storia. Quelle parole ci ricordano che ci sono giorni in cui il Cielo rimane coperto, Dio non si fa vedere, la luce resta ben nascosta dietro le nuvole. In questo caso custodire la fede significa restare al nostro posto, continuando a pregare con fedeltà, in attesa della luce. È Dio che decide i tempi, Lui solo sa quando e come comunicare le sue confidenze e donare vita.
È questa l’esperienza che vive Teresa di Lisieux: non chiede nulla, rinuncia ad ogni pretesa. Pochi giorni prima del noviziato confessa candidamente di vivere nella più grande aridità: “Oggi, più di ieri, ammesso che sia possibile, sono stata privata di ogni consolazione. Ringrazio Gesù che trova che ciò sia un bene per la mia anima. E poi, forse se mi consolasse, mi fermerei a queste dolcezze”. Non sta parlando delle consolazioni umane che accarezzano i sensi ma di quelle spirituali che sono tanto necessarie all’anima. Rinuncia anche a quelle perché ha compreso che amare significa perdere ogni pretesa. In un’altra lettera, scritta negli stessi giorni, afferma che Gesù “non si dà molto da fare per conversare con me!”. Questa severa pedagogia non la disturba affatto perché ha scelto di amare Gesù così come Lui desidera essere amato. Sulle orme di questa Santa oggi chiediamo la grazia di restare in ginocchio, accogliendo con amore i silenzi di Dio, consegnando a Lui ogni desiderio, anche quello più legittimo, per imparare a fare solo quello che Egli vuole.