PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mc 8,11-13
“Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova”. Da una parte la folla che si accosta con fiducia e dall’altra i farisei, diffidenti oltre ogni ragionevole limite. Hanno visto o saputo dei tanti miracoli compiuti da Gesù, l’ultimo è stato appena raccontato, eppure chiedono ancora “un segno dal cielo” , cioè qualcosa che attesti in modo incontrovertibile che sia proprio Lui l’Inviato di Dio. Non è una richiesta ma una vera e propria sfida, non una domanda carica di fiducia ma una tentazione. Il verbo usato dall’evangelista non lascia dubbi. Le tentazioni non sono confinate nell’esperienza del deserto, che troviamo all’inizio del ministero pubblico, ma accompagnano tutta la vita di Gesù, fino alla croce. Anche in quel momento i suoi avversari lanceranno la sfida: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!”. Una richiesta carica di ironia perché nulla attendono. Quelli che non credono troveranno sempre la scusa che non c’è abbastanza luce. Gli umili, invece, quelli che cercano la verità come l’aria per respirare, non faranno fatica a riconoscere la luce di Dio anche nelle piccole cose.
“La verità è così oscurata in questi tempi, e la menzogna così affermata, che, se non si amasse la verità, non si sarebbe capaci di conoscerla”. Lo scriveva Blaise Pascal quattro secoli fa ma sembra una fotografia dell’oggi. Quanti falsi maestri insegnano che non esiste alcuna verità e che quel desiderio ostinato di trovare qualcosa che dia senso alla vita è pura illusione. La verità appartiene alle cose essenziali. Dovremmo cercarla come il pane. E invece … riempiamo la mente di cose inutili e trascuriamo i fatti più importanti, le parole e i segni che Dio semina nella nostra vita.
Signore, insegnaci ad essere umili cercatori per riconoscere e accogliere ogni giorno la luce. E donaci di donarla a tutti con il tuo stesso ostinato amore. Amen.
