PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 5,38-48
“Ma io vi dico di non opporvi al malvagio”. Il male attraversa la storia umana, lo vediamo apparire fin dalle prime pagine della Genesi. Dobbiamo fare i conti con il male, quello che si annida dentro di noi e quello che è presente nel mondo circostante. Gesù non è un ingenuo sognatore né vende utopie. Un buon maestro dev’essere capace di rendere i discepoli consapevoli del male e invitarli ad essere vigilanti. Ma deve anche insegnare come combattere il male. La prima alleanza ammetteva una reazione proporzionata all’offesa ricevuta: “occhio per occhio, dente per dente”. Gesù invece chiede di non reagire al male con il male, invita i discepoli a sopportare con pazienza le offese e sofferenze. Dobbiamo riconoscere che questa parola non è moneta corrente, non lo era al tempo di Gesù ma neppure oggi. L’uomo tende a reagire con violenza, ribatte colpo su colpo. Facciamo fatica a comprenderla e a metterla in pratica. Nel solco di questa straordinaria ed esigente novità, l’apostolo Paolo ha riassunto lo stile del battezzato in queste parole: “Vincere il male con il bene”. Come il fuoco si spegne con l’acqua, così il male si vince con il bene, l’offesa si ripara con il perdono; all’ingiuria si risponde con il silenzio. Gesù invita a non seguire l’istinto della carne ma la legge della carità che cerca sempre e solo il bene. Non facciamoci illusioni: se non accettiamo questa Parola, se non la assumiamo come una regola impegnativa ma necessaria, inevitabilmente ricadiamo nella logica dell’istinto.
La proposta di Gesù appare lontana dalle nostre reali possibilità. È praticamente impossibile accogliere questa sfida senza la forza dello Spirito Santo che dona un cuore nuovo e ci rende capaci di testimoniare la carità. Ma la storia insegna che tanti cristiani perseguitati non hanno reagito con la vendetta ma con il perdono; non hanno chiesto a Dio di fare giustizia ma hanno invocato la conversione dei loro persecutori. Storia di ieri e di oggi. Questa testimonianza di carità è annuncio di fede e seme di speranza.