PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 7,7-12
“Chiedete e vi sarà dato”. Gesù insegna a vivere sotto lo sguardo di Dio. La consapevolezza di essere figli ci permette di consegnare al Padre ogni nostra necessità. In fondo la preghiera nasce come esperienza di supplica. Quando l’uomo prende coscienza di non poter da solo e con le sue forze affrontare la vita e/o determinati eventi, chiede a Dio d’intervenire. È bene però precisare alcune cose. La preghiera esprime la domanda dell’uomo ma non si misura con la risposta di Dio. In altre parole, l’efficacia della preghiera non dipende dal fatto di ricevere quanto abbiamo chiesto. Non chiedere è il segno di un’orgogliosa autosufficienza, pretendere è il segno della presunzione. Solo Dio sa qual è la strada migliore per noi. Chi pretende di ottenere ciò che chiede, si mette al posto di Dio. Gesù invita a chiedere con l’umile fiducia di chi si affida all’amore di Dio. La pretesa invece nasce dall’arroganza. “Chiedete e vi sarà dato”: sembra facile, scontato, quasi automatico. Come premere sull’interruttore e accendere la luce. E invece, tante volte sperimentiamo che non riceviamo ciò che abbiamo chiesto. Questo accade per diversi motivi. In primo luogo, prima di chiedere dobbiamo metterci dinanzi a Dio e verificare se i nostri desideri sono buoni, corrispondono alla verità del Vangelo. Capita spesso di amplificare i bisogni e chiedere a Dio quello che non serve o non è strettamente necessario. A volte, anche quello che può essere o diventare dannoso. In secondo luogo, è bene ricordare che anche le cose buone e legittime, non sempre corrispondono alla volontà di Dio perché Lui ha pensato altro per noi.
Dio ascolta sempre il grido dell’uomo ma non sempre noi ascoltiamo la risposta di Dio. Facciamo fatica ad accettare che i desideri di Dio sono diversi da quello che abbiamo chiesto. E così, quando non otteniamo ciò che speriamo, diciamo che Dio non ha risposto. Oggi chiediamo la grazia di chiedere con umiltà e ascoltare con fede per capire e fare ciò che Dio attende da noi.