PER RIFLETTERE SUL VANGELO Mt 26,14-25 “Quanto volete darmi perché io ve lo co…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Mt 26,14-25

“Quanto volete darmi perché io ve lo co...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 26,14-25

“Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”. Il brano evangelico può essere diviso in tre parti, tre scene diverse anche dal punto di cronologico: 1) il tradimento di Giuda; 2) la preparazione della Pasqua; 3) l’annuncio del tradimento. La prima e la terza scena sono dominate dal verbo tradire e dalla figura di Giuda. È un Vangelo pieno di ombre: il tradimento consumato all’insaputa degli altri, l’annuncio che suscita tristezza e trova gli apostoli impreparati e infine l’ammissione del traditore… È Gesù che smaschera l’ipocrisia e costringe tutti a guardarsi dentro. È sempre la Parola di Dio che ci pone dinanzi alla verità. L’affermazione perentoria di Gesù mette in subbuglio la comunità. Tutti si mettono in verifica e chiedono al Maestro: “Sono forse io, Signore?”. Anche Giuda pone la stessa domanda degli altri: “Rabbì, sono forse io?”. È l’ultimo inganno, ancora una volta cerca di nascondersi e di confondersi con gli altri. In fondo, siamo tutti peccatori! È una frase che spesso usiamo anche noi per giustificare le nostre mancanze.
Stando alla narrazione evangelica, Gesù non risponde agli altri discepoli; ma quando parla Giuda, lo inchioda alle sue responsabilità: “Tu l’hai detto”. Non lo dice con il compiacimento di chi ha individuato il colpevole ma con la tristezza di chi perde un amico, le sue parole sono impregnate di dolore, Lui è venuto per salvare tutti, anche Giuda e fino all’ultimo lo guarda con amore e gli offre la possibilità di salvarsi. Gesù ama Giuda come gli altri ed è disposto a dare la vita anche per lui.
Così parlava di Giuda don Primo Mazzolari in una sua omelia : “Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell’anima io non lo so. E’ uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: “Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!” Amico! Questa parola che vi dice l’infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa’ anche capire perché io l’ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore”.
Oggi, per noi è per tutti,chiediamo la grazia della fedeltà al Signore, fino alla morte.




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