SABATO SANTO
Il sabato santo si trova incastonato tra l’evento drammatico della Croce e l’annuncio gioioso della resurrezione. Venerdì è il giorno dell’angoscia e delle lacrime, quello in cui tutte le luci si spengono e tutte le speranza muoiono, il giorno in cui il male appare trionfante e capace di tirare dalla sua parte sia il potere civile che quello religioso. Sabato, invece, è il giorno del silenzio e della memoria, il giorno in cui anche Dio appare assente o comunque resta in silenzio, non manda i suoi angeli a portare una parola di consolazione. Un silenzio che potrebbe sembrare colpevole agli occhi di chi ha scommesso tutto per Lui. I discepoli non ricevono alcuna luce, possono solo aggrapparsi alle parole che tante volte avevano udito dalla viva voce del Maestro e in particolare quelle pronunciate nei giorni e nelle ore che hanno preceduto la passione. Ricordando le parole, cercano di capire gli eventi. Ma tutto resta per loro oscuro.
Per i discepoli, quel sabato non è rivestito di attesa ma è segnato da una lotta interiore: loro non sanno che tutto può ancora accadere, non possono saperlo. Se avessero questa certezza, la loro attesa sarebbe colma di speranza. E invece … sono costretti ad ammettere che c’è un’infinita distanza tra le parole del Maestro e quella maledetta croce che ha soffocato per sempre la sua voce; tra le speranze del Regno futuro e quel presente che ha spostato indietro l’orologio della storia. Il male ha travolto tutto, come un improvviso tsunami. I discepoli non sanno cosa pensare né cosa credere. La tentazione di abbandonare ogni cosa è palpabile. Ed appare ad alcuni come l’unica via possibile, la scelta più ragionevole e dignitosa. Perché ancora attendere e cosa possono attendere? Perché ancora illudersi? Tutto è ormai finito. È così che la pensano quei due discepoli che prendono la strada per tornare a Emmaus.
E forse tutti sarebbero davvero fuggiti se Maria, la Madre di Gesù, non li avesse esortati a restare e ad attendere. Durante la vita pubblica ella è rimasta nell’ombra, lasciando a Gesù il ruolo di assoluto protagonista. Ma nel momento in cui il Figlio scompare dalla scena, almeno così sembra, ella fa sentire la sua presenza. Quando le tenebre avvolgono la storia, Maria appare come una luce apparentemente flebile ma capace di consolare e di rischiarare il cammino. “La luce di Maria non risplende mai tanto dolcemente quanto nelle tenebre” (Beato Marie-Eugène de l’Enfant Jésus).
I vangeli non ne parlano ma come possiamo pensare che in quel frattempo, così pericoloso per la fragile fede della comunità, Maria sia rimasta in disparte. Qualche anno prima, a Cana di Galilea, non era forse intervenuta per chiedere a Gesù di manifestare la sua gloria ? Maria non poteva assistere indifferente alla dispersione della comunità né poteva restare in silenzio dinanzi alle legittime inquietudini dei discepoli. Gesù non le aveva forse affidato il discepolo amato? E con lui tutti gli altri? In quel momento l’unica che poteva parlare era Lei, la Madre di Gesù. La sua autorità morale era indiscutibile. Attorno alla Madre dobbiamo vivere anche noi questo giorno santo, a lei affidiamo tutte le nostre paure e le nostre speranze. Lei sa come scrivere nel cuore le parole della consolazione e della speranza.
Buon Sabato Santo…..in compagnia di Maria . don piero