PER RIFLETTERE SUL VANGELO Gv 6,1-15 “Dove potremo comprare il pane perché cos…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Gv 6,1-15

“Dove potremo comprare il pane perché cos...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 6,1-15

“Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Gesù parla a Filippo ma la sua domanda coinvolge tutti i discepoli, chiede loro di sfamare la folla numerosa. L’apostolo manifesta non poca sorpresa per questa richiesta, fa velocemente i calcoli e invita il Maestro a rinunciare all’impresa: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Dimostra una certa abilità nel calcolo. L’attività di pescatore evidentemente lo ha abituato ad avere una certa dimestichezza con il valore del denaro. L’apostolo non si pone il problema del dove comprare il pane, perché egli sa bene che manca il denaro per acquistarlo. Da persona ragionevole, che ha imparato a fare i conti con la vita, fa notare al Maestro che duecento di denari (probabilmente la somma che la comunità possiede) non sono sufficienti. Ma in questo caso sbaglia totalmente i calcoli. Rimane chiuso in una logica esclusivamente economica.
Gesù mette alla prova anche noi, spesso e volentieri, chiede cose che non siamo capaci di dare. Vuole verificare se davvero ci fidiamo di Lui. Nelle parole di Gesù possiamo vedere lo stile di Dio, la vocazione si presenta come una pro-vocazione, una proposta che supera le concrete nostre possibilità. Ma proprio per questo diventa un appello alla fede: non possiamo pretendere di costruire le opere di Dio camminando su strade asfaltate e sicure, non possiamo misurare le scelte con il criterio della ragionevolezza. Vi sono momenti in cui la fede si esprime necessariamente nelle sue forme più eroiche, è l’unica via per tracciare una strada nuova capace di affascinare e di coinvolgere. Solo una santa incoscienza può generare una storia in cui tutto rimane nelle mani di Dio. Dobbiamo imparare a coltivare la pianticella della fiducia nella Provvidenza. “Dio non carica nessuno al di sopra delle sue forze”, scrive santa Zelia, mamma di santa Teresina. Ella rimase tranquilla anche quando si trovò immersa nelle più grandi preoccupazioni perché sapeva che Dio non abbandona i suoi figli. È questa ingenua fede che oggi vogliamo chiedere.




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