PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 6,44-51
“Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”. Per riconoscere l’inviato di Dio bisogna stare dalla parte di Dio! Per credere dobbiamo dare credito! Il paradosso è solo apparente. Solo una maggiore confidenza con Dio permette di comprendere le sue vie. Solo chi si pone davvero in ascolto, lasciandosi istruire nell’intimo dallo Spirito, può conoscere la volontà di Dio. I giudei mormorano, gli stessi discepoli faticano a capire e molti di loro, dopo quel discorso, abbandoneranno Gesù. Ma vi sono tanti altri che riconoscono in Gesù l’inviato di Dio: Natanaele, la samaritana, ma anche Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. Non tutti lo riconoscono perché non tutti cercano la verità. Tanti rimangono chiusi nelle loro certezze, altri aprono solo un piccolo spiraglio. Gesù invita a stare continuamente in ascolto, Dio ha tante cose da dire e da insegnare. È questa la condizione per riconoscere l’Eucaristia come segno reale di quel Dio che accompagna la storia.
Attirare non significa costringere ma affascinare. È la santità il profumo che attira. È il fuoco di Dio sempre acceso. I santi sono coloro che hanno dato credito a Dio e hanno scommesso la loro vita sulla sua Parola. Ed hanno vinto! Hanno camminato nella gioia, hanno seminato speranza, hanno portato frutti di carità. Non si tratta di singoli eroi ma di “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”. Dinanzi a queste testimonianze, umili ed eroiche, che attraversano tutti i secoli e tutti i luoghi, dovremmo gridare: sì, vale davvero la pena seguire Gesù! Credere è la cosa più ragionevole che l’uomo possa fare per riempire di vita i fragili giorni dell’esistenza.
Dio bussa con insistenza al cuore di ogni uomo perché vuole che tutti siano salvi. Oggi preghiamo per coloro che cercano la verità con le parole di sant’Anselmo: “Che io ti cerchi desiderando, che ti desideri cercando, che ti trovi amando, che ti ami ritrovandoti”. Amen