PER RIFLETTERE SUL VANGELO Gv 15,9-11 “Come il Padre ha amato me, anche io ho a…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 15,9-11

“Come il Padre ha amato me, anche io ho a...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 15,9-11

“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi”. La parabola della vite e dei tralci insiste sul portare frutto, un’espressione che fa pensare alla fecondità della fede. Nei versetti successivi, che meditiamo oggi e domani, viene spiegato che portare frutto significa camminare nella via dell’amore. L’amore è il primo frutto della fede ed è anche la premessa per tutte le altre opere. È bene però precisare che il Vangelo presenta l’amore come una realtà divina: un dono che viene dal Padre e si manifesta attraverso il Figlio. L’amore dunque non come un sentimento di benevolenza o come una passione effervescente. Nella sua origine l’amore umano è solo un’eco di quello divino. Nella logica della fede l’amore viene dall’alto, Dio solo lo possiede e Lui solo può donarlo con abbondanza. Non solo può ma vuole donarlo. Per questo ha inviato il Figlio. Ma non tutti sono disponibili ad accogliere l’amore e non tutti quelli che lo hanno ricevuto s’impegnano a custodirlo. Comprendiamo dunque l’invito accorato di Gesù: “Rimanete nel mio amore”. Non si tratta di una semplice esortazione ma di un imperativo, come se dicesse: “Se vi sottraete a questo amore, restate a mani vuote, incapaci di fare il bene. come uccelli che non hanno più la forza di volare”. L’invito di Gesù non è generico: “rimanete nel mio amore”. In questo modo egli vuole sottolineare che il suo amore è radicalmente diverso da quello che l’uomo possiede per natura.
Chi legge il Vangelo di Giovanni, arrivato a questo punto, ha già compreso qual è l’amore che Gesù ha rivelato. Ma chi legge le pagine successive comprende ancora meglio che l’amore che Dio Padre rivela e dona per mezzo del Figlio arriva fino al dono supremo della vita. L’invito di Gesù può essere dunque riscritto in questo modo: “Rimanete in quell’amore che permette di fare della vita un dono senza misura”. Santa Teresina lo ha capito, per questo prega così: “Viver d’Amore è dare senza tregua, senza pretesa di compensi umani. Ah, senza misura io do, ben certa che non si calcola quando pur si ama!”.




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