PER RIFLETTERE SUL VANGELO Gv 20,19-23 Le prime parole di Gesù ai discepoli ch…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Gv 20,19-23

Le prime parole di Gesù ai discepoli ch...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 20,19-23

Le prime parole di Gesù ai discepoli che si erano nascosti per paura sono queste: “Pace a voi”. Non un augurio, ma un dono, Gesù dona la pace. Nella sua pace c’è tutto quello che occorre all’uomo, alla sua felicità. E il motivo lo si legge nelle sue mani e nel suo fianco, nei segni dell’amore, con il quale Gesù ha dato la vita per i suoi. Stavolta è stato il pastore a dare la vita per le pecore.
Dai discepoli la pace deve raggiungere l’umanità intera. Dopo esser stato lui l’inviato del Padre, ora Gesù manda i suoi a prolungare l’offerta della propria vita. Per farlo hanno bisogno dello stesso amore del Figlio e per questo Gesù comunica loro lo Spirito Santo. Il peccato del mondo si toglie seminando lo Spirito Santo sulle persone.
Da questo momento il vento dello Spirito porterà i discepoli sino agli estremi, quelli geografici e quelli del coraggio, rendendoli capaci dell’inaudito: perdonare i peccati. Vanno a tutti perché gli uomini e le donne, sotto tutti i cieli, hanno bisogno proprio di questo: misericordia e perdono. Perché il vecchio Pietro oserà spingersi fino a Roma? Perché Paolo rischierà ogni cosa spostandosi di paese in paese? E gli altri apostoli fino ai confini allora sconosciuti? Perché lo Spirito aveva acceso in loro un amore più forte d’ogni legame e della loro stessa vita. Perché in Cristo ci apparteniamo reciprocamente e si supera ogni estraneità. Il regno del Padre che si annuncia è quello dell’amore misericordioso e i sacramenti della Chiesa offrono il perdono e rinnovano tutti i gesti della vita cristiana.
Il soffio di Gesù è un gesto simbolico, ricorda il “soffio” di Dio, che dà la vita all’uomo. Perdonare è ridare vita.
Molte sono le manifestazioni dello Spirito: un soffio potente, una presenza nuova, una fiamma che brucia e infonde coraggio. La tradizione spirituale ha distinto sette doni dello Spirito, nessuno frutto dell’opera umana, perché tutti fondati sulle virtù della fede, della speranza e della carità. I sette doni – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio – sono i frutti dell’amore e conferiscono una sorta di istinto per le cose divine. Rappresentano l’ingresso nella vita mistica, nella vita dell’anima unita a Dio. Affascinati da questo mistero, oggi è sempre, invochiamo e accogliamo il dono meraviglioso dell’ Ospite dolce dell’ anima: vieni Santo Spirito . Buona festa di Pentecoste.




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