PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mc 10,28-31
“Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Queste parole, che somigliano ad una formula liturgica, sono una dichiarazione di fedeltà e s’intrecciano con la confessione di fede: “Tu sei il Cristo”. Da una parte riconosciamo che Gesù è tutto per noi; e dall’altra dichiariamo che siamo pronti a dare tutto. Quella di Pietro non è una generica dichiarazione di intenti ma la conferma di un fatto già avvenuto: “Abbiamo lasciato”. Non è un impegno che riguarda il futuro ma una scelta compiuta e irrevocabile, una decisione che non è attraversata da dubbi. L’apostolo lo dice con fierezza, come se volesse, in qualche modo, consolare Gesù per l’amarezza ricevuta dal giovane che non ha accolto la chiamata. “Abbiamo lasciato tutto”: dobbiamo sottolineare sia il verbo che l’aggettivo. Se non si lascia tutto, vuol dire che Dio non è tutto. Possiamo accogliere Dio e metterlo in un angolo della nostra vita, anche se ci preoccupiamo di tenerlo sempre ben ornato. Non basta mettere la Bibbia in un angolo ben visibile della casa se non diventa la luce che custodiamo con amore e illumina tutti i nostri passi. Anche il verbo lasciare ha la sua importanza. Lo troviamo frequentemente nei vangeli e viene tradotto in molti modi, può significare anche cancellare o partire. In ogni caso, indica una scelta decisa e totale.
Nella luce di questa Parola chiediamoci se e cosa abbiamo lasciato. E soprattutto, verifichiamo perché e per chi lo abbiamo fatto. Alla fine della vita, Sarebbe bello poter ripetere con umiltà e fierezza le parole di Pietro: “Signore, tu lo sai, abbiamo riconosciuto che Tu solo sei il Signore e solo per Te abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, non abbiamo cercato nient’altro che Te. Non abbiamo rimpianti se non quello di non averti amato abbastanza”. Se vogliamo confessare questa fede alla fine della vita, dobbiamo imparare a farlo fin d’ora, giorno per giorno, nella libertà e nell’amore. Ci affidiamo all’intercessione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra.