PER RIFLETTERE SUL VANGELO Gv 6,51-58 In questa domenica celebrando la solenni…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Gv 6,51-58

In questa domenica celebrando la solenni...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 6,51-58

In questa domenica celebrando la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, la Chiesa evidenzia un punto fondamentale della fede e della vita cristiana: il sacramento dell’Eucaristia, istituito da Gesù nel corso dell’Ultima Cena e da allora celebrato nella Santa Messa. Questa ricorrenza chiama ognuno di noi a riscoprire le radici della nostra fede e del nostro essere cristiani, ci invita a cogliere il significato assoluto dell’Eucaristia. “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo…. e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Quelle parole esprimono tutto l’amore di Dio per l’uomo e ci invitano a intendere la fede non come il riconoscere qualche verità filosofica o come l’accettazione di regole da rispettare, ma come un rapporto vivo, pieno, una relazione di intimità con Dio. Quel Maestro e Signore che ha placato la tempesta, guarito gli ammalati e richiamato alla vita chi era già morto, si rende presente in ogni tabernacolo del mondo.
Della grandezza di questo miracolo rischiamo però di non renderci conto, perché ci abbiamo fatto l’abitudine. Allora memorizziamo la prima lettura tratta dal libro del Deuteronomio in cui Mosè ricorda al suo popolo “Non dimenticare il Signore, tuo Dio… che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri”. Dio ha condotto il popolo di Israele in un luogo inospitale dove non c’è da mangiare, né da bere, più nessuna sicurezza, più niente che parli di salvezza. C’è solo lo spazio per una cieca fede in Dio e nella sua Parola; quella fede porta la salvezza. La vita cristiana è un camminare verso una libertà autentica, da conquistare attraverso la pazienza di tante prove; riscoprire il progetto che il Signore ha su di noi, ritornare all’essenzialità, che fa emergere i veri bisogni dell’uomo, che vanno ben oltre il desiderio dei beni materiali e ci porta a sperimentare che non si vive di solo pane, ma che è necessario affidarsi alla Parola di Dio.
Nella seconda lettura San Paolo ci dice che il sacramento eucaristico vissuto con fede spinge a una vera comunione; segno di accoglienza, di amore totale perché “noi siamo, benché molti, un solo corpo”. Così la presenza reale di Cristo nel sacramento dell’altare, in virtù dello Spirito Santo, è in funzione della costruzione della Chiesa, suo corpo vivente e visibile nel tempo e nello spazio. L’Eucaristia è seme di immortalità “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Non c’è più lo smarrimento di fronte alle insidie di ogni giorno; c’è la vita eterna. Certamente c’è sempre il rischio d’inciampare nei propri limiti, ma il Signore è il “pane vivo” ed è sempre a nostra disposizione. Egli ci aiuta a vivere nella fede, nella speranza e nella carità, a gustare fin d’ora, pur soffrendo le prove del quotidiano, la verità della risurrezione. Noi viviamo grazie a Lui, grazie al suo amore ed al suo Spirito, ma siamo invitati anche a vivere per Lui, come suoi testimoni, seguendo la sua Parola.




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