PER RIFLETTERE SUL VANGELO Lc 1,5-17 Oggi la Chiesa ricorda la nascita di Giov…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Lc 1,5-17

Oggi la Chiesa ricorda la nascita di Giov...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Lc 1,5-17

Oggi la Chiesa ricorda la nascita di Giovanni Battista ma i protagonisti del racconto evangelico sono i suoi santi genitori. Giovanni è appena nato, come uno scrigno che contiene il mistero di Dio, ma è ancora chiuso. Zaccaria ed Elisabetta sono una coppia come tante, raggiunta da un annuncio imprevedibile, una parola che li ha catapultati nella storia di Dio in un modo che essi davvero non potevano pensare o immaginare. La prima a parlare è Elisabetta, mentre tutti i parenti scelgono il nome, Elisabetta interviene e dice: “Si chiamerà Giovanni”. Parla con voce forte e con quella sicurezza che deriva dalla fede. La donna non aveva voce in capitolo, non spettava a lei decidere il nome del bambino. Ma Elisabetta non può tacere. Zaccaria non può parlare, ella ha dunque il dovere di seguire fedelmente la parola che l’angelo ha rivelato al marito. Mi piace sottolineare questa complicità coniugale, intessuta di fede. È stato Zaccaria a ricevere la rivelazione angelica. Elisabetta non ha visto gli angeli ma ha creduto al marito. Ed ora, proclamando il nome, custodisce il mistero che il Signore ha loro affidato attraverso quel bambino. L’intervento deciso della donna lascia stupiti i parenti che si rivolgono al padre che conferma la parola della moglie. È ancora muto il povero Zaccaria, per questo chiede una tavoletta e scrive: “Giovanni è il suo nome”. Mi pare di vederlo mentre scrive con la mano tremante, ancora stupito di tutto quello che sta accadendo attorno a lui.
La scena evangelica offre un esempio trasparente di quell’unità coniugale che tutti gli sposi sono chiamati a vivere. Zaccaria ed Elisabetta hanno una sola voce perché il loro cuore è radicato in Dio. L’unità non è il frutto di un faticoso compromesso ma scaturisce dal cercare insieme, di vero cuore, la volontà di Dio. È lo Spirito che dona agli sposi “gli stessi gusti”, come scrive santa Zelia (mamma di santa Teresa di Gesù bambino), e di fare del matrimonio una corsa a due che trova la sua meta nella beata eternità. È quello che oggi auguriamo a tutti gli sposi.




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