PER RIFLETTERE SUL VANGELO Mt 7,1-5 “Non giudicate per non essere giudicati”. …

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Mt 7,1-5

“Non giudicate per non essere giudicati”. ...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 7,1-5

“Non giudicate per non essere giudicati”.
Un comando perentorio e impegnativo Le parole di Gesù sono taglienti come una spada a doppio taglio, che penetra fino in fondo al cuore e ci costringe a discernere i sentimenti e i pensieri del cuore. Il comando evangelico è facile da comprendere ma difficile da praticare. Per dare una corretta interpretazione, è bene precisare che queste parole sono consegnate ai discepoli, a quelli che confessano la medesima fede, si riconoscono fratelli (questo vocabolo ritorna tre volte) e s’impegnano perciò a vivere come amici e compagni di viaggio. Nella comunità ecclesiale ciascuno si preoccupa dell’altro e, se necessario, gli fa notare mancanze ed errori. Accogliere l’insegnamento evangelico non significa evitare ogni e qualsiasi forma di giudizio in relazione al comportamento altrui. Chi si comporta così non fa vincere la carità ma l’indifferenza. Far finta di niente è più comodo che intervenire. Un genitore che non rimprovera un figlio viene meno al proprio ruolo educativo. Nel contesto di un relativismo etico in cui tutto è lasciato all’arbitrio individuale, corriamo il rischio di non giudicare più nulla e nessuno, come se non ci fosse più una verità da perseguire con determinazione, come se tutte le scelte fossero uguali.
Gesù non invita i discepoli a tacere dinanzi al male, chiede di correggere il fratello con l’umile consapevolezza di essere peccatori. Non dobbiamo sostituirci a Dio, Lui solo scruta i cuori ed è capace di misurare la colpevolezza di una persona, Lui solo conosce le intenzioni del cuore e i condizionamenti che hanno influenzato e determinato i comportamenti sbagliati. Noi possiamo giudicare i fatti non le persone. Abbiamo il dovere di dire che una scelta è sbagliata quando è chiaramente contraria alla verità che la Chiesa insegna; ma dobbiamo sempre guardare con benevolenza chi sbaglia. La persona è l’errante non l’errore. Siamo tutti colpevoli e tutti bisognosi di misericordia. Oggi chiediamo la grazia di aiutarci gli uni gli altri nel faticoso e quotidiano cammino di conversione.




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