PER RIFLETTERE SUL VANGELO Mt 17,22-27 “Il Figlio dell’uomo sta per essere con…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Mt 17,22-27

“Il Figlio dell’uomo sta per essere con...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 17,22-27

“Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. Sono parole che nessuno vorrebbe ascoltare. Gesù non disegna un avvenire radioso e senza problemi, al contrario invita i discepoli a non farsi illusioni, annuncia che la sua missione incontrerà il rifiuto e la sofferenza. Dio non fabbrica croci e non vuole la croce. È bene dirlo per non dare un’immagine deformata di Dio e non canonizzare l’ingiustizia. La croce è piuttosto il segno più eloquente del peccato. Per amore dell’uomo il Figlio di Dio si è fatto uomo, per amore egli resta fedele. L’amore non indietreggia dinanzi al rifiuto; anzi, proprio allora risplende in tutta la sua bellezza. La croce non segna più la vittoria del male ma diventa fonte di salvezza perché annuncia e comunica un amore vince ogni ingiustizia. Con saggezza teologica Paolo VI ricordava al popolo di Dio una verità che dobbiamo custodire: “dalla croce scaturisce un torrente di misericordia, che offre a noi, a tutti, l’inestimabile sorte di essere perdonati, di essere redenti. A tal punto che, con la liturgia della Chiesa, chiameremo beata la passione del Signore: perché è fonte della nostra rinascita e della nostra felicità”.
La parola di Gesù contiene una provocazione che riguarda tutti. Lungo il cammino della vita, a causa del peccato, capita spesso di vivere situazioni dolorose. Se soffriamo giustamente, cioè per errori che noi abbiamo commesso, quella sofferenza è una via di purificazione, serve per la nostra salvezza. Se invece soffriamo accettiamo per amore una croce non meritata, ci uniamo a Gesù, l’Innocente trafitto a causa dei nostri peccati, e partecipiamo all’opera salvifica. Non possiamo chiedere al Signore di liberarci dalle croci, piccole e grandi che attraversano la nostra vita. Possiamo però chiedere quell’amore che non ci fa soccombere sotto il peso della sofferenza. Per sfidare la croce, infatti, il fragile amore umano è come una barca in mezzo all’oceano. Impossibile attraversarlo. Abbiamo bisogno di Dio. Lui solo può donare quell’amore potente che non fugge dinanzi al male. In fondo, è questo il cuore di una vita santa.




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