Una catechesi con l’arte è un occasione quantomai opportuna per l’allenarsi a “guardare” con attenzione le immagini, per renderci più attenti anche alla lettura del testo biblico; questo esercizio può anche trasformare il nostro sguardo e renderlo “sano” nel senso evangelico, passando da un vedere ottico ad un vedere credente capaci di riconoscere la presenza del Signore nell’immagine per eccellenza che è l’uomo, anticipando così la “visio Dei” nell’eternità.
I tesori d’arte cristiana realizzati in due millenni di fede, sono una viva e bella eco del Vangelo, e sono altresì da considerarsi come documenti/monumenti della Tradizione della Chiesa. Quindi non solo è legittimo, ma è pure necessario approfondire la fede attraverso questi documenti visivi, che tra l’altro hanno un’incidenza notevole nell’elaborazione delle nostre rappresentazioni religiose. Di fatto l’arte, nella storia del cristianesimo, ha funzionato come una forma straordinaria di esegesi, e come tale può dunque essere recuperata oggi in un’esperienza catechistica, come contributo prezioso per favorire l’accesso al testo biblico e allo stesso tempo per mostrare l’attualizzazione storica dei suoi significati. I messaggi anche di opere d’arte sacra molto distanti da noi nel tempo e nello spazio possono essere sempre vivi ed interpellanti, tanto quanto noi impariamo ad “ascoltarle con gli occhi”, per cogliere quale Parola di Dio hanno cercato di raffigurare e trasmettere.
La catechesi si è sempre avvalsa dell’arte e delle immagini come “predicazione visibilie”. La rinnovata attenzione pastorale all’arte quindi non rappresenta assolutamente una novità, ma si inserisce nell’alveo di una prassi secolare che ha sempre lasciato spazio al registro del bello. Certamente nella nostra società delle immagini, questo utilizzo ecclesiale delle immagini artistiche, che con un’attenta analisi apre ad un confronto e ad un dialogo di fede, può risultare un provvidenziale esercizio critico che può anche qualificare il nostro gusto ed il senso del bello, rendendoci capaci di scoprire e valorizzare ciò che di più umano esiste nel mondo suscitando in noi la capacità e la forza di reagire contro ogni bruttura e negatività.
Infine, come afferma il card. Martini, l’incontro col messaggio biblico tradotto in opere d’arte può risultare un momento di respiro, di riposo e di pace. Questo può allora rendere l’incontro col Vangelo particolarmente desiderabile e riaprire, tramite la mediazione dell’arte e dell’emozione estetica, gli interrogativi della fede con un linguaggio, uno spirito e un metodo che infondono il desiderio di andare oltre .. per rendere bella la vita.
Con questa consapevolezza invito tutti a partecipare ai prossimi appuntamenti. Don Piero De Santis
Una catechesi con l’arte è un occasione quantomai opportuna per l’allenarsi a “g…
