PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 25,1-13
“Arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa”. Entrano quelli che sono pronti, non quelli che sono perfetti; quelli che hanno custodito la fede anche se l’abito che indossano non è privo di macchie. Entrano quelli che non sono sorpresi d’incontrare lo sposo, anzi hanno gelosamente coltivato questo desiderio lungo tutti gli anni della vita; ed hanno misurato i passi in modo da non mancare all’appuntamento decisivo. Per questo, quando arriva il momento sono pronti. È interessante sottolineare un dettaglio: la parabola dice che le vergini “entrarono con lui alle nozze”. La preposizione indica comunione, familiarità, confidenza, intimità. È lo sposo che le accoglie ed entra con loro. L’incontro conclusivo appare come il sigillo di un lungo cammino fatto insieme. Al contrario, quando arrivano le vergini stolte e pretendono di entrate. La loro richiesta è presentata con un’invocazione di carattere liturgico: “Signore, signore, aprici”. Si tratta di una preghiera abituale nella comunità cristiana. Le vergini dunque vantano una conoscenza, si presentano con la divisa dei discepoli. E invece ricevono un rifiuto nella forma più plateale, una vera e propria sconfessione: “In verità vi dico: non vi conosco”. Letteralmente possiamo tradurre: “Non vi ho mai visto”. È una risposta raggelante. Loro pensano di far parte della comunità ecclesiale, il Signore svela che non si è mai instaurato con loro un legame. Se manca la comunione, non possono entrare con lui. Le vergine stolte vengono escluse, in realtà non sono mai entrate in comunione con lo sposo.
Questa parola, che Matteo ha in comune con Luca, fa capire che la motivazione ultima del giudizio non è legata alle opere non fatte o fatte male ma alla relazione instaurata con Gesù Cristo. La vita cristiana è un’esperienza in cui tutto è avvolto dall’amore di Lui e per Lui. Questa relazione, che durante l’esistenza è vissuta tra le ombre dell’umana fragilità, risplenderà in piena luce nel girono ultimo. E sarà gioia piena.