PER RIFLETTERE SUL VANGELO Gv 20,11-18 “Maria invece stava all’esterno, vicino…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Gv 20,11-18

“Maria invece stava all’esterno, vicino...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 20,11-18

“Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva”. Il racconto evangelico contiene le coordinate del cammino di fede, che trova il suo culmine in quella parola che riassume l’annuncio della Chiesa primitiva: “Ho visto il Signore!”. L’evangelista sottolinea che la premessa e la condizione di questo cammino è la ricerca interiore che si manifesta nel rimanere nei pressi del sepolcro. Come se attendesse qualcosa o qualcuno. Icona di quell’umanità che, nonostante tutto, cerca e spera. Maria vive l’assenza di Gesù come una ferita profonda, le lacrime sono il segno di chi ama, sono come il grido di un’anima innamorata. Maria non può fare nient’altro, il pianto è il segno della radicale impotenza in cui si trova l’uomo, incapace di dare risposte alle domande più profonde del cuore. L’uomo non può squarciare i cieli, non può arrivare fino a Dio. Eppure questo grido, che si esprime attraverso le lacrime, rappresenta la condizione per ricevere la luce, non come una conquista dell’intelligenza ma come una grazia inaspettata, una sorpresa improvvisa e imprevista. E poi l’incontro, la gioia, il desiderio di abbracciare l’amore. Ma Gesù invita a mettersi in cammino: “va’ dai miei fratelli e di’ loro”. La resurrezione è solo il primo passo di una storia che deve arrivare a tutti. “Ora nessuna nascita è più senza musica, nessuna tomba senza lucerna”, cantava David Maria Turoldo.

La vicenda di Maria è anche la nostra. La fede non è possesso ma desiderio. Solo chi ama cerca. Ma chi non cerca con le lacrime non trova, chi non domanda con umiltà non riceve la grazia. Dio si rivela come e quando vuole, secondo tempi e modalità che non possiamo gestire secondo i nostri gusti e le nostre esigenze. Noi possiamo e dobbiamo vivere con lo sguardo rivolto a Lui, cercarlo in ogni stagione della vita, in ogni avvenimento, anche quello più doloroso con l’intima certezza che Lui non manca all’appuntamento, anche se a volte si fa attendere. Oggi chiediamo la grazia di restare come Maria ai piedi del Tabernacolo per ringraziare. Solo per ringraziare con occhi umidi di gioia.



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