La sola mensa di questo altare è in marmo policromo e con una scultura che si discosta poco da quella presente nell’altare dedicato a S. Francesco di Paola: tutto il resto è in legno riccamente intagliato: dai basamenti laterali alla elegante fascia dell’alzato; dalle colonne rudentate laterali che terminano con ricco capitello alle sottili lesene esterne affiancate da un caratteristico ornamento a volute, al cornicione dentellato ed a linea spezzata, oltre il quale si sviluppa il fastigio a volute che inquadrano un dipinto che raffigura il Padre Eterno tra i Santi Antonio e Carlo.

Nella parte centrale del dossale è inserita la bella tela della Madonna delle Grazie, dovuta ad un altro maestro del pennello, il gallipolitano G. Domenico Catalano (1570-1636).

Domina la figura della Madonna, assisa su una nuvola, in un’aureola di luce che si irraggia tutt’ intorno, circondata da putti alati; due Angeli in volo reggono una corona in atto di posarla sul capo della Vergine Maria che regge il Bambino Gesù.

Nella parte inferiore della tela sono le figure di S. Giovanni Battista, sulla sinistra, e di S. Andrea, sulla destra; al centro, sullo sfondo, un nitido paesaggio.

Si tratta di una tela che, bene a ragione, è ritenuta uno dei maggiori capolavori del Catalano, perchè è riuscito ad esprimere l’intero impianto con l’eleganza del disegno e con l’uso equilibrato del colore; di particolare perfezione la figura della Madonna, dalla delicata dolcezza del viso, dal quale traspare tutta la materna sollecitudine a dispensare le grazie a chi con fede si rivolge a Lei e che richiama alla pennellata morbida delle Madonne del Perugino.

Città turrita (particolare della tela grande) ai piedi della Madonna

A conferire maggior pregio alla tela contribuiscono gli undici piccoli dipinti su legno, sei di forma ovale e cinque rettangolari inseriti alternativamente sui tre lati di una fascia istoriata che inquadra la tela stessa : sono opera molto interessante di G. A. Coppola, il quale, adoperando alla perfezione la particolare tecnica del dipingere smaltato, vi raffigura episodi della vita di Cristo, della Vergine e di alcuni Santi sul legno leggermente convesso, il Coppola racconta con il pennello

la Natività di Maria, espressa con viva manifestazione di affetti familiari

L‘Annunciazione, con l’immagine della Vergine genuflessa, in atto di profonda umiltà nel ricevere l’annuncio che l’Angelo la posta sul mistero dell’Immacolata maternità;

Il battesimo di Gesù, inquadrato su un paesaggio tutto verde ed acqua

Cristo che chiama S. Pietro e S. Andrea in riva al mare di Galilea per farne pescatori di anime

Il transito della Vergine

Sant’Andrea condotto al martirio

La crocifissione di Sant’Andrea

Sono scenette finissime nelle quali il Coppola dà spazio al paesaggio e rende le immagini dei protagonisti “con straordinaria vivacità pittorica… secondo moduli toscani e romani … anche se con schemi manieristici”.

Sempre a completare, è presente l’iscrizione marmorea:

JOSEPHUS ELIA V. J. D.

EX OPTIMATIBUS HIUUS CIVITATIS IN QUA JUDICIS ET QUAESTORIS MUNERE FUNCTUS ADEPTO SACELLI PATRONATU DEIPARAE VIRGINI INFANTI DICATI

ET UNA SIMUL MONUMENTI HUJUS IN SE ALIENO JURE TRASLATO QUO SUI CHRISTIANAE ROSSI CONIUGIS BENEMERENTIS.

SUORUMQUE HAEREDUM CINERES EXPLETO HUIUS VITAE CURRICULO CONSEPULTAE QUIESCERENT TUMULUM AD PERENNITATEM POSUIT

A. R. S. MDCCCXXXVI