La particolare venerazione per la Madonna della Purità fu introdotta in Gallipoli attorno al 1662 sull’esempio del culto romano istituito ad opera del Prefetto dell’Annona pubblica, Mons. Lazzaro Pallavicino, il quale, in occasione della grave penuria di cereali che colpì la città di Roma nel 1648, impetrò dalla Vergine la grazia di un buon raccolto, votandosi ad una solennissima festa di ringraziamento.
Il dipinto della Madonna della Purità di Gallipoli, dovuto al pennello di Luca Giordano, è chiaro sintomo della derivazione romana intravedendosi chiaramente in basso il cupolone e la sagoma della chiesa teatina di S. Andrea della Valle.
Promotore dovette essere senz’altro mons. Montoya, che non risulta essere stato un Teatino. D’altra parte fu lo stesso vescovo, di cui egli lasciò nota nei codicilli testamentari del 1666, a far stampare alcune immagini, a Napoli, della Madonna della Purità per la venerazione dei Gallipolini.
La congregazione risulta eretta tra il 1662 ed il 1665 sulle regole dettate dallo stesso Mons. Montoya. In quegli anni fu certamente realizzato l’attuale oratorio a navata unica, con cantoria in muratura sul controprospetto e nei cui sottarchi furono dipinti a fresco i quattro Evangelisti.
Fu successivamente ampliata l’aula e costruito il nuovo altare marmoreo alla romana. L’intervento decorativo di numerosi artisti e maestranze fanno oggi di questo Oratorio confraternale il simbolo, con la Cattedrale, di un barocco alla gallipolina, che fu un modo di esprimersi nel contesto della più vasta e coinvolgente esperienza barocca salentina, esaltando ed apprezzando quei materiali alternativi alla pietra leccese, di maggiore e migliore praticabilità, quali furono gli intagli in legno, la decorazione pittorica, i marmi e le maioliche.
L’abito confraternale risulta composto da tunica e cappuccio di tela bianca, cordone rosso, mozzetta giallina orlata di rosso con macchetta di Maria SS. ma della Purità e S. Cristina.
Il Consiglio di amministrazione della Confraternita è attualmente presieduto dal Priore Sig. Cosimo Maggio.