PER RIFLETTERE SUL VANGELO Mt 21, 33-43.45-46 “I contadini presero i servi e u…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Mt 21, 33-43.45-46

“I contadini presero i servi e u...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 21, 33-43.45-46

“I contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono”. Una storia piuttosto triste. La parabola parla di una vigna, icona d’Israele ma è solo la cornice. Il cuore della narrazione è il conflitto tra i contadini e il proprietario, cioè tra le guide religiose del popolo e il Dio d’Israele. Sono loro, infatti, “i sommi sacerdoti e gli anziani” che chiedono a Gesù di dare conto della sua autorità; a loro sono rivolte queste parole, come appare nella conclusione: “Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro”. Hanno ricevuto una grande responsabilità ma la esercitano in modo arbitrario, dimenticando di essere solo amministratori di un bene che appartiene a Dio. Hanno ricambiato l’ampia fiducia che Dio ripone in loro con il più radicale rifiuto di ogni autorità. Per questo, invece di accogliere i profeti come interlocutori privilegiati, mediatori tra Cielo e terra, li trattano come nemici. La parabola assume una connotazione drammatica e violenta, segno di un contrasto ormai insanabile. I contadini non temono di uccidere i servi inviati da Dio. Una reazione che non intacca la fiducia di Dio che tenta ancora un’ultima carta: “avranno rispetto per mio Figlio”. Anche questa volta la fiducia accordata non viene ricambiata, anzi suscita una nuova e più tenace opposizione.
In queste vicenda possiamo intravedere l’esito tragico di una libertà non solo staccata dalla divina sorgente ma anche vissuta in chiara opposizione a Colui che ci ha dato la vita. Questa denuncia non è rivolta a quelli che non credono in Dio ma alle guide del popolo santo. Non chiama in causa l’ateismo ma condanna quella fede in cui, al di là della forma religiosa, non consegniamo realmente a Dio la nostra vita, non vogliamo perdere un grammo della nostra libertà. Una fede come questa non è capace di affrontare i drammi della vita e cade nella trappola della paura, l’arma preferita del maligno per indebolire e distruggere la fiducia in Dio. È storia di ieri. Storia di oggi.



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