PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 5,17-19
“Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti…”.
Sulla porta del discorso della montagna, sulla soglia di quell’insegnamento che presenta non pochi passaggi rivoluzionari, l’evangelista riporta una premessa che non dobbiamo leggere frettolosamente: Gesù non squalifica la Legge antica anzi chiede espressamente di accogliere custodire con amore anche i più piccoli precetti perché fanno parte della storia che Dio ha costruito lungo i secoli con Israele. Dobbiamo imparare a non trascurare nulla. A volte abbiamo la tentazione di cancellare il passato come se la storia iniziasse oggi con noi, come se gli eventi e le persone che ci hanno preceduto avessero poco o nessun valore. È una pretesa non solo orgogliosa ma anche bugiarda perché Dio costruisce la storia con pazienza e amore. È bello rileggere le pagine di santità che hanno segnato la storia della Chiesa e riconoscere la grazia che Dio ha seminato lungo i secoli. È bello sentirci figli di una storia che tanti altri hanno contribuito ad arricchire con la loro fatica. Gesù insegna a non rottamare il passato e ricorda che l’autentico rinnovamento passa attraverso una lenta e graduale trasformazione che conduce ogni cosa verso la pienezza. Ma tutto questo avviene a condizione di scegliere Gesù come l’essenziale riferimento della storia. È Lui che offre i parametri del discernimento. In Lui tutto si compie e tutto riparte.
Possiamo applicare questo criterio anche alla storia personale. Quando ci capita di rileggere la nostra vita capita di ritrovare eventi ai quali forse non abbiamo attribuito il giusto valore; e altri fatti che vorremmo dimenticare perché troppo dolorosi. Nella prospettiva di fede tutto ha valore, anche la sofferenza, ogni evento ha seminato una parola, ha lasciato una traccia. Chi matura questa coscienza di fede non solo impara a ringraziare ma vive ogni esperienza come una tappa di un cammino che progressivamente conduce la nostra umanità verso la pienezza di Dio.