PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 8,31-42
“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. La libertà appartiene ai beni essenziali. I Giudei si vantavano di essere liberi perché figli di Abramo, nel mondo greco solo i cittadini potevano essere considerati uomini liberi. Nelle parole di Gesù la libertà non è legata alle condizioni esteriori ma a quelle interiori. L’uomo è veramente libero nella misura in cui abita la casa della verità. Questo vocabolo non fa riferimento ad una dottrina ma ad una persona, come appare subito dopo: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”. La libertà giunge a noi attraverso Gesù, chi accoglie la sua Parola, chi fa della sua Parola la sua abituale dimora, entra in un orizzonte radicalmente nuovo: viene liberato dalle catene dell’io, dall’ansietà, dalla paura della morte, dal peccato … tutte cose che ci rendono schiavi senza che ce ne accorgiamo. L’amicizia con Cristo, invece, diceva Benedetto XVI, “ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità”.
Il nostro tempo è dominato dalla cultura del relativismo che offusca la verità delle cose. E tuttavia, la Chiesa non deve limitarsi a difendere e proporre un’astratta dottrina, incapace di dare salvezza. Essa ha il compito di annunciare e testimoniare che solo in Cristo l’uomo trova la verità piena di se stesso. Solo in Lui, infatti, veniamo liberati dalla schiavitù del peccato e possiamo scoprire e realizzare tutto il bene possibile, tutto ciò che manifesta e accresce la dignità della persona. Per questo la vera libertà consiste nel camminare nella carità, come diceva Sant’Agostino in quella splendida formula, che purtroppo tante volte viene equivocata: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. L’amore di cui il santo vescovo parla non si misura con i gusti soggettivi, che chiudono l’uomo in se stesso, ma con la testimonianza offerta da Gesù che è rimasto fedele alla missione ricevuta dal Padre. Fino alla croce.