PER RIFLETTERE SUL VANGELO Mt 26,14-25 “In verità io vi dico, uno di voi mi tr…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Mt 26,14-25

“In verità io vi dico, uno di voi mi tr...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mt 26,14-25

“In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Gesù consegna ai discepoli queste parole prima ancora di pronunciare quelle che, ai nostri occhi, sono assai più importanti: “Questo è il mio corpo ..… questo è il mio sangue”. Prima di annunciare che è pronto a donare la sua vita, il Nazareno invita tutti a prendere coscienza che un’ombra oscura si è insinuata nella comunità. La solenne introduzione “In verità io vi dico…” veste di maggiore autorità le parole successive, una sorta di timbro, una certificazione doc. Il Maestro parla a tutti, pur sapendo che si tratta di uno solo: “Uno di voi…”. Avrebbe potuto chiamare Giuda da parte e fargli comprendere l’estrema gravità del suo errore. È bene notare che nelle parole di Gesù il verbo rimanda al futuro. In realtà, stando alla cronologia dell’evangelista, la scelta è già avvenuta, il tradimento è già stato consumato. Perché ha scelto di parlare a tutti? Non certo per additare il colpevole ed esporlo al pubblico ludibrio. E difatti nessuno dei presenti comprende a chi faccia riferimento. Se avesse voluto preparare gli apostoli ad affrontare la tempesta che stava per abbattersi, sarebbe stato sufficiente annunciare che l’ostilità dei Giudei era diventata sempre più minacciosa e bisognava prepararsi al peggio. Bastava dire, come aveva già fatto nelle settimane precedenti, che la sua missione non avrebbe avuto l’esito glorioso che tutti attendevano.
Questo pubblico annuncio ha lo scopo di rendere gli apostoli consapevoli che il male si è insinuato all’interno della comunità. Queste parole rappresentano per la Chiesa un ammonimento collettivo e permanente. Uno di voi significa ciascuno di voi. Siamo tutti coinvolti. È necessario sapere che il maligno non ha bisogno di porte spalancate per farsi spazio, a lui basta anche un piccolo spiraglio. La presunzione indebolisce la nostra vigilanza, la coscienza della fragilità invece invita a stare umilmente dinanzi a Dio per accogliere sempre nuovamente il suo amore che fortifica la buona volontà e risana le ferite. È quello che oggi chiediamo.




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