PER RIFLETTERE SUL VANGELO Mc 6,7-13 “Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli …

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Mc 6,7-13

“Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli ...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Mc 6,7-13

“Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due”. L’esperienza di Nazaret non ha un epilogo felice ma si conclude con un annuncio: “Gesù andava per città e villaggi”. Subito dopo l’evangelista inserisce la missione dei Dodici, evidentemente vuole sottolineare che l’opera degli apostoli prolunga l’annuncio del Maestro. Non sono i discepoli a scegliere, è Gesù che li manda. Quando si parte? Quando decide Lui! Lui solo sa quando è giunto il momento. Troppe volte ci lasciamo frenare dai ragionamenti umani, ci nascondiamo dietro il classico “non mi sento pronto”; oppure usiamo l’argomento sociologico: “non ci sono le condizioni, meglio attendere”. Non sono le emozioni che devono guidare le nostre scelte ma l’obbedienza a Dio, cioè l’intima certezza di rispondere ad una chiamata. Ci mettiamo in cammino perché Gesù ci manda. Non ci sono altri motivi. Se abbiamo deciso di essere discepoli, lasciamo al Maestro il compito di decidere il come e il quando. È questa la prima e la più grande povertà: consegnare a Dio la nostra libertà. Non basta essere privi di beni, dobbiamo rinunciare a gestire la vita secondo i gusti personali.
Prima di inviarli, un’ultima esortazione: “Gesù ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone” . Ad essere precisi, non si tratta di un consiglio ma di un comando. Il verbo greco usato, infatti, significa raccomandare, proporre con autorità un determinato insegnamento. È interessante però notare che il verbo contiene anche l’idea dell’annuncio. Un intreccio linguistico suggestivo. Ci sono situazioni in cui l’annuncio assume la forma di un comando; ma è vero anche il contrario: comandare non significa imporre qualcosa ma comunicare una bella notizia, come a dire: se cammini per questa via, sarai felice! Il Vangelo è sempre un annuncio di gioia, anche quando chiede qualcosa che non corrisponde alle nostre attese e che richiede fatica. Oggi chiediamo la grazia di coltivare quella sana libertà che ci permette di dire il nostro eccomi con gioia e senza tentennamenti.



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