PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 6,35-40
“Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. L’uomo è per sua natura un mendicante, per questo Gesù dichiara beati coloro che “hanno fame e sete della giustizia”. L’uomo cerca la gioia ma spesso la confonde con il piacere, insegue la speranza ma non raramente rimane schiavo di illusioni, desidera la comunione ma sperimenta un’angosciosa solitudine. Quante volte la sete di verità, che Dio stesso ha posto nel cuore dell’uomo, si arresta dinanzi al muro della razionalità. L’esistenza appare ad alcuni come una condizione assurda, una disperata ricerca di qualcosa che non c’è. Per questo ci buttiamo, come affamati, sulle cose materiali. Nella maggior parte dei casi non lo facciamo per cattiveria ma per superficialità . La parola del Vangelo apre un varco, uno spiraglio: chi si accosta a Gesù trova finalmente quella pienezza che il cuore desidera. In Lui, scrive Paolo, “sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”.
Chi incontra Gesù e lo accoglie come Maestro e Signore non smette di cercare, al contrario la fede è un cammino che conduce l’uomo verso una luce sempre più grande. “Non avrà fame” significa che non saremo costretti a vagare per deserti aridi, spinti da una vaga speranza, con il rischio di smarrire la via che conduce alla vita. Gesù promette che riceveremo in ogni istante il cibo di cui abbiamo bisogno. La sazietà non appartiene a questa vita, segnata dalla precarietà. La fede, però, orienta il nostro sguardo verso Colui che può saziare il nostro cuore. Scrive Sant’Agostino: “Cantiamo qui l’alleluia, mentre siamo ancora privi di sicurezza, per poterlo cantare un giorno lassù, ormai sicuri”. Qui cantiamo nella fatica e tra gli affanni. E tuttavia cantiamo perché sappiamo di essere in compagnia di Colui che dona tutto se stesso perché non manchiamo di nulla. Canta e cammina, conclude il santo Vescovo.
Oggi ci impegniamo, con la grazia di Dio, a cantare l’Alleluia: chiediamo di custodire la gioia, quale che siano le circostanze esteriori, per annunciare che in Gesù l’uomo può gustare fin d’ora un frammento della beata eternità.