PER RIFLETTERE SUL VANGELO Gv 14,6-14 “Chi crede in me, anch’egli compirà le o…

PER RIFLETTERE SUL VANGELO 
Gv 14,6-14

“Chi crede in me, anch’egli compirà le o...


PER RIFLETTERE SUL VANGELO
Gv 14,6-14

“Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre”. Nel momento in cui annuncia il suo ritorno al Padre, che segna il compimento della sua missione terrena, Gesù ricorda agli apostoli che spetta a loro continuare l’opera della redenzione. La fede in Gesù Cristo ci rende intimamente partecipi del suo legame d’amore con il Padre, diventiamo “concittadini dei santi e familiari di Dio”. Ma ci carica anche di una grande responsabilità. L’opera di Gesù è completa: “Tutto è compiuto”, grida sulla croce. E tuttavia, la Pasqua è solo l’inizio di una nuova e grande avventura che attraversa tutta la storia dell’umanità. Gesù dice ai discepoli che nulla possiamo senza di Lui ma al tempo stesso invita a compiere opere più grandi di Lui. Il paradosso è solo apparente perché, come sottolinea il Vangelo che oggi proclamiamo, solo chi crede in Gesù potrà continuare la sua opera. Lo Spirito che scaturisce dalla Pasqua ci plasma ad immagine del Figlio e perciò capaci di scrivere pagine davvero straordinarie. “La nostra capacità viene da Dio”, scrive l’apostolo Paolo. Mediante lo Spirito, è Gesù che opera in noi e con noi.
I discepoli non appartengono alla categorie degli eroi o dei campioni, sono semplicemente persone che, riconoscendosi incapaci, ai aprono alla grazia. per questo Gesù domanda di restare mendicanti: “qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio”. Pregare nel nome di Gesù non fa riferimento ad una particolare formula ma indica la piena comunione con Lui. Siamo così uniti a Lui da non chiedere altro se non ciò che Lui vuole; e da non cercare altro se non la volontà di Dio. Quando era già molto ammalata, santa Zelia scrive così alla figlia Paolina: “Non ti preoccupare per me: non mi tormento affatto, e rimetto tutto nelle mani di Dio”. È questa fede che oggi vogliamo chiedere per diventare sempre più protagonisti della storia di Dio.




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